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TREBASELEGHE

Il toponimo nel dialetto locale significa ‘tre basiliche’ o ‘tre ville’, con riferimento a tre edifici di culto. Ritrovamenti archeologici di scudi, lance e monete attestano una presenza di un insediamento di epoca romana. Compare per la prima volta in una bolla papale nel 1152, quando papa Eugenio III la conferma al vescovo di Treviso. Risale al Medioevo (notizia certa si ha nel 1216) l’istituzione dei “merighi”: una carica amministrativa di capi contrada che controllavano l’applicazione delle regole in maniera democratica, una primordiale forma degli odierni sindaci. Per la sua posizione strategica, è oggetto di contesa tra Padova, Venezia e Treviso sia ai tempi di Ezzelino, che durante la calata degli ungari sia, infine, durante la guerra della Lega di Cambrai.

La sua storia seguente non evidenzia avvenimenti di particolare rilievo e segue quella del resto della provincia. L’arcipretale, dedicata a Santa Maria, sorge sulle rovine di un antico cimitero romano e fu più volte ricostruita: in epoca longobarda, nella prima metà del Trecento e nel 1467. La struttura attuale è opera di Domenico Rupolo, che, nel 1913, si occupò del completo restauro. Il campanile è del 1626: alto 50 metri, ha cinque campane, fuse tutte nel XX secolo. La chiesa conserva lo stile gotico e presenta un pronao con quattro colonne di marmo rosso; la facciata è divisa in tre parti e al centro campeggia un grande rosone.

L’interno, a tre navate, ha una copertura a capriate e 14 colonne di marmo di Verona. Del XIV secolo è la cappella del Battistero arricchita da un affresco del Quattrocento raffigurante la Vergine Assunta, una vasca di marmo del Cinquecento e una formella di marmo del 1530, sullo stile del Sansovino, rappresentante la Madonna con il Bambino. Nella piazza principale si trova la Vasca monumentale con un pennone alla cui estremità c’è la statua della Vittoria, opera dell’architetto Domenico Rupolo.

Il suo territorio, ricco di acqua sorgiva e solcato dai fiumi Dese, Draganziolo e Marzenego, era abitato fin dai tempi antichi e sicuramente lo era in epoca romana.

Il Congresso di Vienna del 1815 assegnò Trebaseleghe e il suo territorio all'Austria che lo incluse nel Regno Lombardo – Veneto a cui appartenne fino al 1866 quando, plebiscitariamente, la sua gente decretò l'annessione all'Italia; da allora la sua storia si identifica con quella nazionale e le vicende che seguirono si confondono con la cronaca.

Celebre la Fiera annuale (che si svolge tutt'ora a settembre), documentata già nel 1338 quando Ziliolo, fratello di Guecello Tempesta, signore di Noale, liberato dalle prigioni, si recò in processione alla Chiesa di S. Maria di Trebaseleghe per adempiere ad un voto.

Con le frazioni di Silvelle, S.Ambrogio, Fossalta e la località Bordugo, Trebaseleghe è oggi in pieno sviluppo sia dal punto di vista demografico che economico.  

 

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