Mancano testimonianze certe circa le sue origini: la comparsa nelle fonti e nei documenti è datata al XII secolo quando Bellino, vescovo di Padova, conferma ai suoi canonici la cappella di San Fidenzio e le decime provenienti da un luogo così chiamato. Il toponimo deriva dal latino PULVERARIA, da POLVIS, -ERIS, ‘polvere’ e, in senso traslato, ‘terra’. La sua storia è legata a San Fidenzio, cui fu dedicata la parrocchiale. Nel corso dell’undicesimo secolo furono edificati tre monasteri: il primo, quello di Sant’Agnese delle benedettine, menzionato in un documento del VIII secolo e attivo fino al XVI; quello di Santa Margherita fondato dai padri agostiniani e passato, alla metà del XV secolo, alle monache della Vergine di Venezia; infine, quello della Natività di Maria o di Santa Maria della Riviera passato, nel XIV secolo, ai monaci olivetani, che vi rimasero fino al XVIII secolo quando fu assorbito dalla repubblica veneta. Nel corso del medioevo seguì le vicende storiche della saccesica alla quale era unita sia a livello territoriale che amministrativo. Depredata e distrutta dagli Scaligeri di Verona fu attaccata dall’esercito dell’imperatore Massimiliano per volere del viceré di Napoli. La sua storia seguente non mostra avvenimenti di particolare rilievo, seguendo quella del desto della provincia. Da segnalare è l’attiva partecipazione ai due conflitti mondiali. È stata colpita, inoltre, dalle alluvioni del Brenta e del Bacchiglione della fine del XIX secolo e degli inizi del XX secolo. Il patrimonio storico-architettonico non si mostra oggi particolarmente ricco, infatti dei tre monasteri fondati nell’undicesimo secolo e della villa appartenuta alle nobili famiglie Princi, Rezzonico e Balbi sono visibili pochi resti; ben conservati sono, invece, alcune case coloniali, edifici a due piani con portico sottostante. |
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