Motta Eniana E' il disastroso anno 589, l'impero romano è in dissoluzione, scorribande di popolazioni venute da lontano si susseguono come sequenza di onde del mare, portando devastazioni, sanguinose violenze, epidemie che sterminano la popolazione. L'impero bizantino, insediato a Verona e Ravenna, constatata l'impossibilità di tenere una linea difensiva sulle Alpi e perduta la città di Aquileia, cerca di arginare l'avanzata degli Unni e dei Longobardi preparando una linea difensiva lungo il corso dell'Adige. Si creano dei sistemi fortificati nel naturale solco di pianura tra Lessini, Berici e Colli Euganei, in quelle che erano già state ricche cittadine romane quali Cologna Veneta, Montagnana ed Este. In quel contesto di campagna in abbandono ormai da secoli, l'avvenimento epocale: una grandiosa alluvione che devasta buona parte del triveneto e durante la quale numerosi fiumi cambiano addirittura corso. Pressoché tutta la pianura veneta diviene per secoli una immensa palude.
Con la 'rotta della Cucca' (poco a nord di Cologna Veneta) l'alveo dell'Adige si sposta di molti chilometri più a sud-ovest per finire disalveato nelle 'grandi valli veronesi' ed in Polesine. Per i bizantini quelle sconfinate paludi rappresenteranno una difesa dai longobardi di re Alboino che s'impossessa del territorio montagnanese creando una sculdascia, una contea militare di confine. Le testimonianze archeologiche più consistenti risalgono al X - VIII secolo a.C. (età del bronzo). E in quella che era la più ampia tra le Motte si sviluppò un'importante cittadina legata all'estense, donatasi all'alleanza romana con il toponimo di Motta Aeniana. La via Annia si staccava dalla via Augusta, che da Roma conduceva a Verona e alla Rezia, a Vico Variano (attuale Castelmassa) e conduceva ad Altino, passando per un rosario di città fortificate quali Este (distante esattamente 10 miglia da Montagnana), Monselice, Padova. Fino alla citata devastante 'rotta della Cucca' che lascia un territorio quasi disabitato ed abbandonato. Ma quella 'Motta', sulla quale insistono poveri manufatti murari, è luogo ambito e strategico per successivi insediamenti, particolarmente militari, nell'alto medioevo. E' una soluzione molto comune tra le 'Motte' che emergono dalla grande piana alluvionale veneta, si pensi ad esempio a Cittadella, la cui storia, pur diversissima, ha dei tratti in comune. Montagnana, le mura medioevali A metà del duecento si registra l'assedio dell'Ezzelino, conclusosi con un grande incendio e la distruzione quasi totale dei manufatti, ma costruì l'imponente mastio di Castel Zeno con funzioni esclusivamente militari. Tornata in mano al Comune di Padova, nel 1275 si provvide ad insediare un importante presidio militare e venne ampliato il castello di San Zeno ed eretta una cortina muraria che parzialmente cingeva il borgo. L'opera di recinzione venne completata dai Carraresi nel 1362 e, a cardine della macchina militare, venne edificata la Rocca degli Alberi, rivolta al belligerante castello di Bevilacqua, tenuto dagli Scaligeri.
Ventiquattro le torri, di forma varia ad esagoni irregolari, e svettano per oltre 8 metri dalla linea delle merlature arrivando ai 19 metri delle torri angolari. La mura è in blocchi di calcare e trachite alla base, intervallati da mattoni e la parte superiore con le merlature guelfe esclusivamente in mattoni. Tutto l'esterno doveva essere intonacato, infatti rimangono ampie tracce d'intonaco bianco. |
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