Il toponimo, citato per la prima volta in un documento del 972, deriva dal nome latino della via Aurelia che attraversa il centro abitato. Nel XIII secolo, fu saccheggiata dai padovani in lotta con i trevigiani, ma con l’arrivo del governo della repubblica di Venezia, conobbe, poi, un lungo periodo di pace, che ebbe termine con l’avvento del dominio francese. In seguito, sotto il governo austriaco, ritornò a una certa normalità e nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia. Ha ospitato un illustre personaggio, Leone Wollemborg, che possedeva qui una villa. Oltre che come economista e uomo politico, è stato infatti anche ministro delle finanze, è ricordato, soprattutto, come il fondatore, proprio in questa località, della prima Cassa rurale italiana. Molte sono state le famiglie veneziane, nobili o ricche, che, durante la dominazione della Serenissima, vi soggiornarono e dimorarono, costruendovi interessanti ville. Gli elementi di maggior spicco nel patrimonio storico-architettonico appartengono all’architettura civile: la settecentesca Villa Rava, adibita oggi a Municipio, presenta una facciata con belle logge e un interno con pregevoli affreschi; Villa Giulia, che mostra un bel viale alberato. Ma l’edificio più importante è sicuramente Villa Wollemborg, considerato monumento nazionale, che offre, tra l’altro, uno splendido giardino antistante. L’economia locale, che in passato era caratterizzata esclusivamente da attività agricole, è oggi basata in modo prevalente su attività industriali e artigianali; l’agricoltura è attualmente solo un fenomeno di occupazione secondaria. Troviamo Loreggia nominata per la prima volta in un diploma di Ottone I di Sassonia del 972; il toponimo ha origine dalla via Aurelia, sul cui tracciato l'abitato era sorto, la strada romana costruita dal proconsole Lucio Aurelio Cotta. Qui il corso del Muson Vecchio segnava il termine della centuriazione dell'agro patavino, oltre il fiume, verso est iniziava l'agro di Altino, a nord la centuriazione dell'agro asolano. Sull'Aurelia passavano i prodotti della regione collinosa e montuosa fra Brenta e Piave diretti a Padova o verso il mare e la felice posizione della cittadina ne favorì sviluppo e importanza strategica. Nei secoli XII e XIII Lo reggia e il suo territorio furono spesso teatro di battaglia nelle contese fra trevigiani e padovani , poi subirono le scorrerie dei carraresi che miravano ad espandersi in Friuli. Il dominio veneziano portò pace e impulso all'economia, le popolazioni beneficiarono dell'interesse che i nuovi proprietari rivolsero alle tenute di terraferma, dove investirono i capitali che non erano più sicuri nei commerci d'oltremare. Sorsero anche qui le belle ville che ricordano con la loro presenza le villeggiature dei patrizi. La settecentesca Villa Rana dall'arioso loggiato, è oggi sede comunale; Villa Giulia si svela dopo uno scenografico viale di pioppi. Villa Polcastro - Wollemborg ora Gomiero è stata dichiarata monumento nazionale; costruita nella prima metà del Cinquecento venne completata come casa dominicale nel 1615; il suo giardino, con viali, collinetta, acque correnti ed un grande prato, è opera dello Jappelli mentre la peschiera venne realizzata successivamente. La parrocchiale di Loreggia è dedicata alla purificazione di Maria e appartiene alla Diocesi di Treviso; antichissima pieve, come dice la sua titolazione (il Concilio di Calcedonia del 451 riaffermò il culto di Maria e lo propagò in tutta Europa), aveva giurisdizione su altre cinque chiese, fin nel territorio asolano, e la troviamo citata in un documento del 1190; l'attuale edificio risale al XVIII secolo, mentre il campanile è stato edificato, sembra, sui resti di una torre di origine romana modificata nel Medioevo. All'interno della chiesa vi sono notevoli affreschi, un bel paliotto in marmi policromi e due statue, la "Presentazione al Tempio" di Francesco Rizzi e il "Sacerdote Simeone". Anche la chiesa di Loreggiola è intitolata a Maria, era patronato della nobile famiglia Gradenigo che la eresse e dotò di beni. In località Carpane sorgeva un ospizio per pellegrini, citato in un documento del 1199, con chiesetta tuttora visibile. |
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