curiosità stroriche padovane  1°

GALZIGNANO

Le origini sembrano risalire all’epoca romana, anche se è citata solo in documenti medioevali. Dal punto di vista religioso ha ricoperto una certa importanza, in quanto è stata uno dei primi centri del francescanesimo nel Veneto. Nel XII secolo era proprietà del conte Manfredino d’Abano e nel 1276 era governato da un podestà, ma dipendeva dalla potente Repubblica di Padova. Riguardo al patrimonio storico, tra gli edifici religiosi si conservano: la chiesa della SS. Trinità, edificata nel 1337, al cui interno si può ammirare un pregevole affresco di scuola giottesca; la chiesa di S. Maria Assunta, ristrutturata nel 1674, che custodisce un dipinto di Carlo Ridolfi; la nuova parrocchiale. L’architettura civile conta molte ville, quasi tutte costruite da nobili famiglie veneziane; vanno ricordate: la grandiosa villa Tramontan, attualmente adibita a ristorante; Casa Pisani, che conserva elementi in stile mantegnesco; la settecentesca villa Saggini, circondata da un parco; villa Civran, risalente al XVII secolo, che mostra all’interno affreschi barocchi e una scala a chiocciola in stile palladiano; villa Barbarico, del ‘700, che offre ai visitatori uno splendido e conservato giardino.

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Il Comune di Galzignano Terme, in provincia di Padova, si estende nella regione dei Colli Euganei.
Il capoluogo sorge alle falde del Monte Venda (metri 603). Il territorio comprende inoltre il monte Gallo (metri 385). La parte meridionale del Comune è solcata da parecchi canali.

L'illustre studioso di toponomastica Olivieri fa derivare il nome del Comune da quello di persona latino Gallicinus, con suffisso -anu. Si tratterebbe quindi di un cosiddetto toponimo prediale che ha lasciato la sua traccia del nome dell'assegnatario di un fondo ubicato in questo territorio.

Il più antico documento giunto sino a noi in cui si citi Galzignano risale al 9 Febbraio 952 allorchè l'Imperatore Ottone I confermò al capitolo della cattedrale di Padova “In Galzignano mansiones tres”.

In altri documenti redatti a Verona il 14 febbraio 1077 si cita “Villa que dicitur Galzegnano”.
Nella decima papale del 1297 il toponimo diventa quello odierno di “Galzignano”.

L'origine del paese è comunque antichissima e durante l'epoca romana il centro segnò il confine tra il territorio padovano e quello atestino come rilevato dal ritrovamento di un cippo monolitico avvenuto nel 1922.

LA PIERA DE SPACA

Proprio di fronte al municipio di Galzignano c'è una strana pietra che sembra una macina di mulino; è chiamata la "Piera de Spaca". Questo "Spaca" sembra sia veramente esistito nel 700 ed è entrato nella leggenda: era il proprietario di una locanda, dove sostavano le carrozze di passaggio. Egli era un uomo perverso e diabolico, ma dai modi gentili e attraenti.

Quando arrivava un viaggiatore, specie se dall'aspetto appariva danaroso, gli si faceva incontro con sorrisi e premure, lo faceva accomodare e rifocillare, infine gli offriva come "omaggio della ditta" un fiasco di buon vino che aveva l'unico difetto di contenere un potente sonnifero. Il viandante così si addormentava e Spaca lo ammazzava con una coltellata. Lo depredava di tutto quello che il poveraccio possedeva e poi lo seppelliva nei pressi di un grande mandorlo che sorgeva nelle vicinanze. Ma i soldi rubati erano sempre pochi per Spaca, così escogitò un altro metodo: dopo aver addormentato il viaggiatore, lo legava, quindi lo svegliava e gli chiedeva dove abitava e teneva i risparmi.

Se l'informazione tardava a venire, versava del grasso bollente in testa al malcapitato che così cedeva alle richieste. Spaca si affrettava a prelevare i soldi anche se poi, in ogni caso, il viaggiatore andava a dimora sotto il mandorlo. La leggenda però vuole che tutte queste malefatte, un giorno, gli si rivoltassero contro...

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