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CASALSERUGO

Casalserugo, posto a cavallo della strada Romana che da Padova conduceva a Bovolenta, è paese di antica origine e ciò è testimoniato da iscrizioni e lapidi trovate nel secolo scorso. 

Una di queste, che è infissa nel muro esterno del vecchio campanile, ricorda la patrizia Ezzia Prima che, da sposa amorosa e previdente, fece costruire una "tomba di famiglia per sè e per Caio Sepullio Maturo, forse suo marito.

ETTIA C. F. PRIMA
V. F. SIBI. ET
C. SEPULLIO. C. F
MATURO

Casalserugo è citato per la prima volta nella storia come "VILLA CASALE" e precisamente nel diploma redatto da Berengario I il 20 aprile 918, con il quale l’imperatore confermava ai canonici della Cattedrale di Padova la proprietà delle decime e dei terreni che questi avevano in Limena, Arzere, Altichiero, Torre, Noventa, Roncajette, Albignasego, Maserà e Casale.

Lo stesso termine si trova anche nelle successive conferme del vescovo di Padova Ildeberto nel   964, dell’imperatore Corrado II nel 1027 e dell’imperatore Enrico III nel 1047; e ancora nell’accertamento che il messo Regio Gunterio fa sopra il legittimo possesso dei beni del Capitolo dei Canonici nel 1055. 

Lo storico Sertorio Orsato scrive che nel 1106 si aggiunse alle famìglie nobili di Padova quella "Da Casale" così chiamata perché aveva in sua giurisdizioneil villaggio più tardi detto "Casale di Ser Ugo". Sempre l’Orsato testimonia che il nome Ugo era familiare nella famiglia dei Da Casale tanto che l’aggiunta di "Ser Ugo" che compare nei documenti in epoca posteriore sarebbe forse servita non solo a distinguere questo paese da quello detto "di Scodosia" ma anche ad indicare il ramo della famiglia che sarebbe rimasto in paese dopo che i Da Casale ebbero decime presso Bovolenta nelle persone di Pizinardo e Ardicione. 

In un documento datato 31 maggio 1395 in cui l’imperatore Enrico IV prende sotto la sua protezione il monastero di Santa Giustina e fra coloro che sono presenti come testimoni viene ricordato un certo UCHO DE CASALE. 

La Leggenda locale assegna a Ugo la costruzione di un castello del quale nel 1714 restava soltanto una torre. Intorno al 1130 Ugo da Casale doveva essere morto perché un documento del 1134, relativo al pignoramento dei beni posseduti dal giudice Paganino da parte del monastero di San Cipriano di Venezia riporta che fra i testimoni presenti vi è un certo Ugolino del fu Ugo da Casale. I membri della famiglia dei DA CASALE in tutto l’arco della loro storia conservarono rapporti con il paese di Casalserugo; questa famiglia, imparentatasi successivamente con gli Sperandio, un casato di dubbia fama e accusati addirittura di banditismo, poi si estinse. A quei tempo, però il nome del capoluogo comunale doveva essere già in qualche modo ben definito, tanto che in uno Statuto di Padova, del 1234. viene citato per la prima volta come "Casale Domini Hugonis", per trasformarsi più tardi in "Casale Ser Ugo e arrivare al secondo dopoguerra a chiamarsi Casalserugo.

La sua esistenza con la denominazione di “villa Caselle” viene provata per la prima volta nel 918 con un atto di donazione di terreni da parte dell’imperatore Berengario I agli ecclesiastici della cattedrale di Padova. Nello statuto del capoluogo di provincia risalente al 1234 viene, invece, indicata come “Casali Domini Hugonis”: la citazione aveva il riferimento al signore locale “Ucho de Casale” che nel 1095 aveva assistito alla cerimonia con cui l’imperatore Enrico IV sancì che il monastero di Santa Giustina ricadesse sotto la sua egida.

Come avvenne in altri comuni vicini, dopo i lavori di bonifica e di disboscamento nel XII secolo si sviluppò l’attività agricola. All’inizio del XIV secolo la situazione economica era particolarmente florida, ma fu sconvolta dall’avanzata di Cangrande della Scala, avvenuta nel 1325, e dalla rovinosa guerra veneto-carrarese. Caduta la repubblica di Venezia in cui era stata incorporata dal 1405, subì prima l’occupazione napoleonica e in un secondo momento la dominazione austriaca fino al 1866 quando avvenne l’annessione all’Italia.

Nel secolo XIX i signori della zona che si dividevano il territorio erano Faccanoni e da Zara. Nel 1904 fu fondata un’assicurazione cattolica del bestiame. Tra le storie locali viene ricordata una vicenda molto simile a quella dei Promessi Sposi di Manzoni. Il patrimonio artistico comprende: la vecchia parrocchiale, dedicata a Santa Maria e restaurata nel XVIII secolo; la chiesa di San Martino in località Ronchi e la chiesetta prefrancescana a Cà Murà, entrambi unici esempi di architettura sacra trecentesca. Tra le costruzioni civili si segnalano: il Castello di Ser Ugo; villa De Zara, una villa che si ritiene essere appartenuta alla famiglia degli Orsati, e la villa delle Statue, immersa in un parco ricco di vegetazione e sculture.

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