Cenni Storici Forse sede di un accampamento militare, risentì della decadenza economica che colpì anche queste zone con la caduta dell’Impero Romano e prima di essere percorsa dalla popolazioni barbare che premevano ai confini tornò ad essere zona selvaggia e paludosa. Le fonti non parlano più di questi luoghi per lunghi secoli; con il nuovo millennio comincia il ripopolamento e con esso l’interesse dei potenti: data infatti al 1045 un documento del Vescovo di Padova che attribuisce al Duomo il possesso di beni e foreste nei dintorni di Gazo e Corco, l’odierna Gorgo in territorio comunale. Nel secolo 12imo esisteva una chiesa dedicata a S. Maria in Valle nel luogo detto Cartura in pieve di Santa Giustina in Pernumia: di ben maggiore importanza era la chiesa di Gorgo, che vantava prerogative liturgiche e sacramentali. Cartura non era invece ancora Comune ma dipendeva allora dalla Podesteria di Pernumia, legata alla famiglia Carraresi. Quando questi ultimi, alleatisi con Genova contro Venezia, vennero sconfitti, travolsero nella loro rovina i loro beni e possedimenti, Cartura compresa. Gli abitanti si ridussero di numero e le terre rimasero incolte, quindi deprezzate; della situazione approfittò l’avveduta nobiltà Veneziana che si diede ad investire i propri capitali nella terra ferma in considerazione del nuovo pericolo rappresentato per gli investimenti navali dall’espansione dell’impero Ottomano. I ricchi Veneziani acquistarono i terreni dell’entroterra a prezzo bassissimo, si posero come nuovi sfruttatori della popolazione locale ma migliorarono la produttività delle terre con opere di bonifica e impreziosirono il paesaggio con le loro magnifiche Ville. Cartura divenne parrocchia nel 1440 ed ebbe un campanile, una nuova chiesa ed una ben costruita casa parrocchiale: intorno alla chiesa si situò l’area cimiteriale in uso fino al 1811. Positive furono invece l’introduzione tra cinque e seicento, della coltura del mais; la risistemazione agricola Asburgica, l’attenzione e l’istruzione elementare dei ceti più bassi e l’abbozzo di un piano di miglioramento della situazione sanitaria, che favorirono la ripresa demografica con il conseguente aumento di manodopera da impiegarsi nell’allevamento del reintrodotto baco da seta richiesto dalle nascenti industrie lombarde. I terreni un tempo acquistati dai nobili Veneziani ed ora abbandonati vennero acquistati da famiglie locali, non più afflitte dalle esose tassazioni francesi. Dopo l’unità d’Italia lo sviluppo economico segnò un arresto: l’artigianato e l’industria del Lombardo-Veneto persero il loro mercato ed il debito pubblico del nuovo stato imposero sacrifici e tassazioni; a causa della mancanza di interventi di manutenzione degli argini ci furono due gravi inondazioni seguite da una epidemia di colera e dal diffondersi della pellagra. Unica nota positiva nel quadro negativo dell’epoca precedente il primo conflitto mondiale è l’inaugurazione nel 1884 della tramvia di collegamento Padova-Conselve. Su iniziativa dell’allora Parroco Don Antonio De Pascoli nacque la “Società Cattolica di Mutuo Soccorso”, che tendeva a sopperire l’intervento statale ed aiutare le famiglie in maggiore difficoltà, evitando l’emigrazione e il temuto spopolamento dei campi. Alla morte di Don Antonio il 17 aprile 1908, la società ebbe una battuta di arresto ma rinacque su iniziativa popolare qualche anno più tardi come “Congregazione di Carità di Cartura”.
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