Come testimoniano i numerosi reperti archeologici, faceva parte di una colonia creata sotto Augusto ed era attraversata da due importanti vie di comunicazione: l’Aurelia e la Caltana. Appare citata per la prima volta con l’attuale denominazione in un documento del 1199. Fu al centro di una contesa tra i signori locali e il vescovo di Padova. Dopo la rovinosa guerra veneto-carrarese, fu assorbita nella repubblica di Venezia. Incorporata nella podesteria di Camposampiero, una struttura amministrativa veneziana, fu sottoposta a un complesso processo di bonifica e di arginatura delle acque del Muson. Tuttavia, numerosi erano i problemi che affliggevano la popolazione, come il brigantaggio, la cattiva alimentazione e la scarsa igiene. La situazione peggiorò con Napoleone, mentre qualche miglioramento sia nel campo dell’istruzione sia in quello della sanità si ebbe con la dominazione austriaca che durò fino al 1866, anno dell’annessione del Veneto all’Italia. Tra i personaggi locali si ricordano Speronella, donna molto ricca e crudele, componente della famiglia Dalesmanin, e suo figlio Jacopo da Sant’Andrea, citato da Dante nel girone infernale dei violenti contro se stessi, che sono i suicidi e i dissipatori. Il patrimonio artistico comprende: la chiesa parrocchiale, dedicata a San Martino, in cui viene conservata la tela San Gregorio Barbarigo proveniente dal vescovado; la chiesetta di Santa Maria di Panigale, di epoca altomedievale, e alcune abitazioni private, come villa Romiati, villa de Rio, villa Guillet-Loni, villa Da Porto e villa Gelmi. |
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