La storia di Arre non è stata segnata da avvenimenti di grande rilievo, come del resto accade per tanti altri piccoli borghi della campagna padovana. In età medievale la villa di Arre compare come sede di possedimenti fondiari appartenenti ad alcuni enti monastici (San Michele di Brondolo, Santa Giustina di Padova, San Michele di Candiana, ecc.) e a varie famiglie nobiliari (Da Baone, Da Carrara, Papafava, Capodilista, Sambonifacio, ecc.). Nel corso dell’Ottocento molte proprietà nobiliari passarono nelle mani di alcune famiglie della borghesia locale (Garbin, Salom, Scapin, Paviato, Sambin, ecc.). L’agricoltura è stata fino a pochi decenni fa il settore che assorbiva la grande maggioranza della popolazione attiva e ancor oggi riveste un ruolo importante nella vita economica del comune. Vi si produce frumento, mais, soia, barbabietole da zucchero e uva. Nel secondo dopoguerra il comune è stato interessato da un notevole flusso migratorio verso le grandi aree industriali del Nord Italia (Milano, Torino) e verso la stessa Padova. Oggi, invece, resta diffuso il fenomeno del pendolarismo giornaliero per motivi di lavoro o di studio. Arre è stato anche nel corso di questi ultimi decenni un comune prevalentemente agricolo, con la presenza di piccole imprese artigiane, spesso a conduzione familiare. Soltanto in questi ultimi anni il comune è stato interessato dall’insediamento di un crescente numero di imprese industriali, in seguito alla realizzazione di un’apposita area lungo la superstrada Monselice-Mare. Anche se ad Arre mancano edifici d’importanza artistica, sono degni di nota alcuni palazzi padronali e case tipiche del centro abitato, in particolare il settecentesco complesso ex Papafava, la neoclassica villa ex Paviato (ora Capovilla), l’attuale Palazzo del Comune (ex Patronato parrocchiale) e la neogotica chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
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