Fondatori
Prodotti Storia (1940-1945) Nel 1911 gli addetti erano circa 400 e si mantennero così fino al 1940. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la fabbrica, situata in via Gozzi, non lontano dalla stazione ferroviaria fu oggetto di ben nove bombardamenti tra il dicembre 1943 e il dicembre 1945 che la ridussero a un cumulo di macerie. Si salvarono poche macchine portate negli scantinati dove funzionarono con pochi addetti. Nell’estate del 1945 riprese l’attività nella fabbrica ricostruita con un centinaio di addetti e l’8 agosto dello stesso anno fu nominato amministratore unico Giorgio Diena. Sull’androne di ingresso campeggiava la scritta: “CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT DISCORDIA MAGNAE DILABUNTUR” (Sallustio) Il dopoguerra e la chiusura Nel 1949 nascono quindi il reparto meccanica, il reparto macchinette 354, perfezionate le manutenzioni, migliorata con la costruzione di nuove macchine la sala presse (parte dei macchinari provenivano dagli Stati Uniti con il piano Marshall e pagati 460.000.000 tra gli anni 1949 e 1960). Nel 1949 tra i clienti entra la FIAT che assorbiva quasi tre quarti della produzione ( graffette per modanature). Si affina la tecnologia e l’affidabilità con i controlli delle tolleranze dai prodotti alle parti di stampi intercambiabili, ai tempi di collaudo, con la totale disponibilità dei lavoratori. Alla morte di Giorgio Diena nel 1960 subentrarono come amministratori Alfredo Zuccari e U. Scimone (che avea sposato una sorella di Diena). Nel 1962 investirono in nuovi macchinari costruiti i fabbrica anche per articoli di propria produzione. Negli anni’60 il consenso dei lavoratori verso l’azienda fu pressoché totale, e la produzione lavorava sedici ore al giorno in due turni con una capillare organizzazione del lavoro In questo periodo vi fu il massimo degli occupati che arrivarono a quasi 1200 unità. Sotto la presidenza di Emanuele Romanin Jacur (notabile ebraico e grande azionista Generali che aveva sposato una figlia di A. Zuccari) , si specializza in minuterie per l’elettronica. Si parla di ristrutturazione e dell’abbandono dell’area di via Gozzi dove, nel 1976, dopo il trasferimento dell’azienda a Caselle di Selvazzano in uno stabilimento di proprietà delle Assicurazioni Generali, verrà fatta una nuova edificazione. Nel 1978, il giorno dopo il ”ponte” del 1° maggio l’azienda chiude improvvisamente e viene messa in liquidazione e I 750 addetti rimangono senza lavoro. A questo punto i lavoratori occupano la fabbrica e continuano, tra mille difficoltà, un minimo di produzione. A fine anno si arriva a un accordo tramite l’associazione industriali e le forze sociali e l’attività riprende con il nome Zetronic come s.p.a. con capitali messi in parte dagli industriali (100 mil. di lire) e, per gran parte con le liquidazioni dei lavoratori ( 800 mil. di lire) . In seguito, nel 1986, entra nel capitale sociale la Molex americana e l’azienda cambia definitivamente no me in Molex Zetronic srl e appartiene al gruppo Molex Incorported, occupa attualmente 175 dipendenti (aprile 2014) e lo stabilimento è in zona industriale di Padova – Camin nella vecchia dependance della fabbrica Zedapa.
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