Il Pignoria nella sua opera sulle Origini di Padova ed il Salomonio nel suo Agro Patavino, dicono che ove sorge questo villaggio eravi anticamente un cimitero, perché i latini chiamavano ater o niget (luttuose o nere) le cose funebri, da cui il nome del luogo. Questa asserzione è erronea, o per lo meno molto stiracchiata, perché latinamente s'indicava col nome generico di terra anche un qualunque appezzamento coltivato, ed in seguito molti villaggi e borgate assunsero questo nome, al quale venne aggiunto un aggettivo per distinguere uno dall'altro. In generale questo aggettivo derivò dalla qualità del terreno su cui sorgeva "abitato, e così abbiamo nella nostra Provincia oltre che Terranegra, anche Terradura, Terranova, Terrestorte presso Este, così chiamato perché quel terreno è ondulato, e Terralba presso Baone, perché alba in latino vuol dire bianca, e forse quel terreno era calcareo e di colore chiaro. Che Terranegra fosse abitata fin dai tempi romani è cosa certa, prima di tutto per la sua vicinanza alla città, e poi per una lapide che fu trovata sul posto sulla quale era scolpito: Q. M. Antomi. Mercatoris et C. M. Antoni Gemelli in From P. XXX, Retro P. XXIX. Questa lapide poggiava sopra la tomba di Quinto Marco Antonio Mercatore e di Caio Marco Antonio fratelli. Trovata verso la fine del 1700 rimase per molto tempo proprietà di certo Giovanni Rodio che la trasportò con altre lapidi a Copenaghen in Danimarca dove tutt'ora si conserva in quel Museo come preziosa memoria romana. A Terranegra furono pure trovate delle urne romane, delle quali due. di bella e artistica fattura crediamo si conservino ancora nell'orto della casa parrocchiale. Fu a Terranegra che nel 1256 venne sconfitto dai Padovani fuorusciti Ansedisio dei Guidotti nipote di Ezzelino e suo Podestà di Padova. |
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