curiosità stroriche padovane  1°

IL PIÙ CELEBRE PROFESSORE DELL'UNIVERSITÀ

Questi fu Galileo Galilei nato a Pisa nel 1564 e colà chiamato alla cattedra di matematica a soli 28 anni. Per le sue nuove idee scientifiche ebbe divergenze coi colleghi e dovette abbandonare l'insegnamento.

Il sapiente Senato Veneto conosciuto il suo valore scientifico lo chiamò a insegnare a Padova ove venne nel 1592 e rimase 18 anni. Nel 1610 venne richiamato in Toscana dal Granduca Cosimo II de' Medici, con molti onori e con lauto stipendio. Qui a Padova tra l'altro inventò il telescopio e scoprì i satelliti di Giove.

Abitò nei primi tempi una modesta casetta presso S. Giustina, poi si trasferì in una grande casa in via Vignali (ora via Galileo) ove teneva anche a pensione molti ricchi studenti, specialmente stranieri.

La sua fama era si sparsa nel mondo e per udire le sue lezioni venivano a Padova studenti francesi, tedeschi, olandesi, polacchi, inglesi. Fra i suoi ammiratori venne a Padova Giordano Bruno, poi bruciato vivo in Roma per le sue teorie modernizzanti. Galileo a Padova passò gli anni migliori e più tranquilli della sua vita.

Era di temperamento allegro, amante della buona tavola, celibe impenitente, a Padova ebbe lunga relazione con certa Maria Gamba e ne ebbe tre figli.

Nella casa in via Viguali eravi un grande orto che gli lasciava un largo spazio di cielo libero, e da quell'orto egli studiò gli astri e li osservò, col cannocchiale da luì inventato, e non dalla torre del Ponte Molino come dice una sbagliatissima lapide.

Nel recinto esterno del Prato della Valle vi è la statua di Galileo, opera dello scultore Pietro Danieletti, ed all'Università si conserva la cattedra dalla quale insegnò.

(nota personale)
Alcuni documenti storici suppongono che Galileo Galilei abbia scelto Padova e non altre città italiane, equamente importanti per gli studiosi in quegli anni, e ciò abbia favorito le sue scoperte astronomiche dal fatto che Padova ha come longitudine 11° Est e come latitudine molto prossima al 45° parallelo, ciò avrebbe favorito il puntamento delle osservazioni potendosi basare su un angolo di 45° facilmente applicabile con una semplice squadra, ciò anche più evidente prima degli spostamenti dell'asse terrestre.
Dai balconi della sua abitazione nei pressi di S. Giustina  avrebbe utilizzato i primi puntamenti semplicemente applicando dei chiodi sugli stessi posizionati in modo da formare tale angolo e usarli come riferimento per le osservazioni

(M.G.)

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Ignazio Sommer (Merzio)